Chiamiamolo col suo nome: AirbnbModel

Quando il business arriva ad incidere sulla semantica e sulla cultura è segno che ha già tracciato una sua forma nel corpo stesso della società. L’esempio maggiore di questo processo è la CocaCola: dopo di lei qualunque bibita volesse anche solo entrare in quel segmento di mercato ha dovuto richiamarsi al suo stesso nome: PepsiCola, MeccaCola, CarrefourCola, Cola Esselunga…

I Vangeli e il Manifesto del partito comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola… - Nicolas Gomez Davila

Lo stesso processo adeguato ai tempi frenetici del XXI secolo è ormai accaduto nel mondo dell’affitto breve, rinato ovunque a maggiore dignità ed ancora maggiori volumi economici grazie al portale AIRBNB.

Incontro ogni giorno personalmente o in chat decine di persone con le quali mi confronto sui tanti aspetti di questo business, e devo riconoscere che qualunque portale lo eserciti, sia Homeaway che Booking o Tripadvisor con una delle sue nuove creature, non ho altro modo di definirlo che richiamandomi al suo archetipo: AIRBNB model.

Sono ben cosciente che l’affitto breve dell’appartamento o di una stanza non è stato inventato nel 2008 da Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk, ricordiamo infatti dai cosiddetti “classici” come anche Mozart, Goethe e Stendhal nei loro numerosi e spesso lunghi viaggi in Italia dimorassero in abitazioni di conoscenti o di loro amici e capitava pagassero per il servizio. Più recentemente e molto meno celebri anche le nostre nonne, o le nostre stesse famiglie, avendone i mezzi affittavano la casa al mare o in montagna per una settimana o un mese intero. Ancora solo cinque o sei anni fa le offerte si trovavano sui giornali specializzati o in agenzia, si pagava comunque anticipato commissioni comprese, e tutto sommato il modello formale e sostanziale seguito off-line era il medesimo applicato oggi dai portali del settore.

A confermare però come AIRBNB abbia proprio creato uno spartiacque: before & after, segnando così definitivamente un prima ed un dopo, riporto la storia autentica e documentata di un mio carissimo amico che investì nei primi anni 2000 centinaia di migliaia di euro solo per affittare ed allestire cinque appartamenti milanesi tra Montenapoleone, via Spiga e via Brera, allo scopo di subaffittarli a settimana e week end ai turisti adeguati alle location. Ma in quegli anni i portali leader, booking.com ed Expedia su tutti, non promuovevano appartamenti o li mettevano in secondo piano rispetto all’offerta alberghiera preponderante. Risultato: zero visibilità, zero clienti, zero ricavi. Così, stufo di perdere soldi, il mio amico cedette il tutto per un decimo di quanto speso, a qualcuno che ebbe la pazienza e la fortuna di aspettare AIRBNB e che adesso sugli stessi appartamenti guadagna soldi a palate. Cercate la differenza tra i due scenari: before AIRBNB “zero tituli” after AIRBNB soldi a palate…

AIRBNB oggi rappresenta infatti di questo mercato non solo il genitore anagrafico e l’archetipo commerciale/etimologico, ma la fetta di gran lunga più grossa di una torta sulla quale… non tramonta mai il sole, anche in senso economico. Nonostante questo la posizione di AIRBNB pure di gran lunga “importante” non risulta effettivamente “dominante” in quanto il settore è estremamente dinamico e molto più articolato di quanto gli host italiani riescano ad imparare dai Social e dagli strumenti informativi a loro disposizione: i portali efficienti sul segmento affitto sono almeno venti in rapido aumento ed almeno mezza dozzina quelli imperdibili se vogliamo davvero guadagnare facendo AIRBNB model.

E’ appassionante per chi abbia curiosità e competenza osservare questo nuovo mercato che giorno dopo giorno prende forma davanti a noi cercando un difficile equilibrio dinamico tra domanda ed offerta. Per dare un segno della complessità di questi aspetti basta riflettere come lo stesso portale AIRBNB potrebbe essere frenato da un’offerta quantitativamente enorme su alcune località (Milano, Roma) che potrebbe diventare un limite tecnico/ commerciale complicato e non più efficiente nè redditizio. In questi casi la risposta 2.0 è il modello Google che filtra l’offerta attraverso fantasiosi algoritmi, oppure come nessuno ha mai davvero osato AIRBNB potrebbe mettere “gli stivali sul terreno” provando a conquistarsi fisicamente quella parte di mercato che più gli conviene.

Anche in questo senso l’organizzazione territoriale italiana di AIRBNB si distingue da qualunque altro player lo abbia preceduto. Nelle quattro aree di Milano, Roma, Firenze e Venezia dove sviluppa il 99% del suo business ospita in sedi cittadine numerosi Coordinatori locali i quali organizzano un ricco calendario di eventi ed occasioni per incontrare gli Host: dalle “home sharing week” agli AIRBNB coffee o aperitivi AIRBNB. Si tratta di un approccio commerciale assolutamente originale, di forte impatto ed orientato più che all’informazione alla “formazione” di una specie di esercito di occupazione con il quale chiunque nel prossimo futuro dovrà fare i conti.

Insomma gli alieni sono ormai sbarcati dalle astronavi e, se pure con le migliori intenzioni, sono ormai tra di noi. Su questo paragone di buon augurio per il portale un po’ meno per tutti gli altri operatori del settore, riconosciamo definitivamente la “CocaCola” della Sharing Economy: da oggi infatti qualunque sia il portale che lo esercita chiamatelo pure AIRBNB model!

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